sabato 31 dicembre 2011

Si ricomincia...

Ho deciso di ricominciare a scrivere.
Ma ho deciso anche di farlo altrove. 
Questo blog si chiude qui. E' legato a un periodo della mia vita che mi ha segnato tanto e che ci tengo a ricordare, ma che mi piace considerare finito.

Quindi arrivederci a tutti.
D'ora in poi è una storia nuova.

martedì 9 agosto 2011

Promemoria

Non delegare agli altri il compito di renderci felici.
Mai.


domenica 7 agosto 2011

Di me, Ancora.

Ci sto ricascando. La sento strisciare.
Il fatto che è tornato il bisogno di scrivere è indicativo: quando sto bene difficilmente trovo il tempo.
E' che sono davvero stanca e sto diventando insofferente.
Questo personaggio di eterna bambina inizia ad andarmi stretto. E mi sento persa, perchè ci ho sguazzato dentro per anni, con soddisfazione.
Scoprivo il mondo al sicuro sotto l'ombrello di qualcun altro. E lo afferravo con mani troppo piccole e, spesso, volutamente goffe, solo per attirare le attenzioni di chi mi amava in quel momento.
Che i cuccioli si sa, piacciono sempre a tutti. Anche quando rompono i coglioni.

Ma ora no.
Ora odio questa insicurezza generalizzata, questo sentirmi sempre in vestiti non miei. Vorrei trovare la mia dimensione. Poter dire: questa sono io, questo è quello che faccio e lo faccio maledettamente bene. Vaffanculo.
Vorrei riuscire a costruire qualcosa. Da sola.
Perchè le gambe le ho, la testa spero pure, e volendo anche un (piccolo) ombrello per i giorni di pioggia.
E allora perchè questo terrore di uscire allo scoperto?
Perchè temporeggio, quando mi sento già in ritardo?
E perchè, maledizione, continuo a essere così indulgente con me stessa?

Sono giorni che mi sveglio al mattino con una gran voglia di urlare.
Bentornati nella mia testa.
Abbiate pazienza.

venerdì 26 novembre 2010

Nevica

Oggi Sasha ha visto la neve per la primissima volta della sua vita.
Io emozionatissima, imbacuccata, macchina fotografica pronta a immortalare il grande momento.

Lui mette il naso fuori,
inclina la testona,
mi guarda come a dire "tu sei scema",
e rientra in casa.

...potrei avere il primo cane da slitta che odia la neve.

mercoledì 20 ottobre 2010

sabato 2 ottobre 2010

Ricordi

E' ricomparso chissà come, in mezzo al consueto caos, un vecchio bloc-notes parecchio stropicciato. Fa un certo effetto scoprire, tra pupazzi e scarabocchi di mia sorella, le tracce di un passato così recente ma già in gran parte dimenticato.

L'improbabile traduzione di una versione di Cicerone.
La parafrasi del terzo canto dell'Inferno.
Qualche equazione risolta a metà.
Le formule di chimica.
Un commento svogliato a un articolo del Corriere.
I codici di un videogioco.
E poi.
Le vignette della Lo e i miei commenti scarabocchiati a fianco.
Deliranti conversazioni epistolari tra compagne di banco.
Una poesia scritta allora, che pensavo di trovare ridicola, invece no.
L'inizio di un romanzo di cui esiste solo la prima pagina.
Cuoricini e iniziali di cui non ricordo il significato.

Pensavo di buttarlo, ma poi non ci sono riuscita.
Mi sono limitata a nasconderlo nel disordine: tra qualche anno salterà di nuovo fuori, e sarò felice di averlo conservato.

giovedì 2 settembre 2010

Uscire

Succede che dopo mesi e mesi di nero assoluto, lentamente le cose inizino a normalizzarsi.
Che la voce di mia madre torni a procurarmi solo una sana dose di fastidio e insofferenza, e non crisi isteriche, rabbia, pianto e attacchi di panico.
Che la voragine che ho avuto a pochi millimetri dai piedi fino a poco fa, si sia spostata. Non troppo lontano, ma quanto basta per permettermi di girare un po' la testa, così da non averla sempre sotto gli occhi.
Succede insomma che stia tentando di uscire dal mio rassicurante guscio di angoscia e drammi interiori, come una lumaca che stiracchia i cornini dopo un acquazzone estivo.

Il mio ritorno alla vita però non è stato esattamente l'ingresso trionfale che mi ero prefigurata: niente tappeto rosso, tanto per dirne una.
E' tutto molto faticoso, alienante e a tratti terrorizzante, e ti fa capire che il mondo non se ne sta lì ad aspettare il tuo rientro col fiato sospeso, ma tende piuttosto ad andare avanti facendosi i fatti suoi.
Mi sono ri-infilata in una me stessa della quale, sinceramente, ricordo a malapena i comandi di base: una che non sa più come si risponde a tono a una battuta, che si distrae durante le chiacchiere di gruppo, che vorrebbe dire una cosa, ma forse non è il caso, ma si dai è divertente...ormai il momento è passato, non la dico più.
Una me stessa che si dimentica della persona con cui sta parlando nel momento in cui ci sta parlando, con esiti disastrosi.
Una che fatica a distinguere seghe mentali e realtà, che si sente sempre come se si fosse infilata le mutande al contrario e che passa gran parte del tempo a patteggiare col desiderio di fuggire di nuovo nel suo guscio buio e angusto, al calduccio.
Infine, una me stessa improvvisamente incapace di comunicare con le persone a cui tiene, e di stare vicino nel modo giusto a chi, bene o male, se l'è sopportata in tutti questi mesi di follia senza fuggire a gambe levate, cosa che qualunque persona con istinto di sopravvivenza avrebbe fatto.
Il fatto è che a furia di sentirmi goffa e inadeguata, lo sono diventata per davvero.

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